L’ iniziativa pastorale della Casa di Sasso ha origine nel 1977 quando don Paolo Ghezzi, Parroco di Maria Immacolata, convoca alla Pieve di Sasso un gruppo di collaboratori parrocchiali per valutare la proposta di utilizzare gli edifici costituenti la canonica. L'idea fu accolta con entusiasmo anche se si trattava di affrontare un impegno alquanto gravoso. Il complesso era costituito da due fabbricati: il primo piuttosto vecchio e malandato, era fino a qualche anno prima l'abitazione di Don Vignali, sacerdote molto esperto in reperti d'arte; il secondo aveva fronte strada una vecchia stalla cui era stata atttaccata una struttura piano terra e primo piano senza muri perimetrali. Nel corso di un paio d'anni la casa vecchia venne quasi completamente ristrutturata rifacendo i pavimenti e realizzando ex novo la cucina, le docce ed i servizi igienici, l'impianto di riscaldamento, la cappella ed il portico; la casa nuova venne completata realizzando vani e servizi con l'aiuto di un finanziamento da Roma nell'estate del 1979. Il contesto abitativo è stato poi arricchito dalla sistemazione delle zone esterne: pulitura della pineta circostante, sistemazione delle zone esterne, sistemazione dei campi da gioco, ristrutturazione di ripostigli per ricavare spazi per i ragazzi. Per fronteggiare tutto questo lavoro di ristrutturazione si è costituito il "Gruppo Vanga", che sotto la guida di Don Luigi Valentini ha coinvolto moltissimi genitori ben disposti a sacrificare il tempo libero per aiutare a crescere i propri figli. L'impegno lavorativo dei parrocchiani è stato accompagnato anche da un impegno economico notevole per quanto riguarda i costi di arredamento ed impiantistica: letti, elettrodomestici per cucina e servizi, tavoli, sedie, armadi, illuminazione e giochi sono stati acquistati e sistemati nel corso degli anni. Nell'arco di tempo che va dal 1978 al 1983 il complesso ha raggiunto la fisionomia attuale, che è in grado di ospitare circa 50 persone per turno sia nel periodo estivo che in quello invernale. A distanza di trent'anni si può dire che l'iniziativa ha funzionato : i giovani di allora sono oggi genitori che hanno recepito il messaggio e le finalità loro trasmesse. Un bel gruppo di lavoro prosegue con costanza e determinazione nel realizzare quanto occorre per un buon funzionamento del complesso La Casa di Sasso è anche un punto di ritrovo per alcune iniziative degli abitanti locali che hanno sempre visto con favore le opere eseguite per valorizzare dei beni che sarebbero stati destinati al declino e all'oblio.
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